Storia
dell’edificio e del nome
L'ex
Istituto Tecnico Commerciale Statale "Vera e Libera Arduino",
divenuto ITSSE "Levi - Arduino"
in seguito all'operazione di razionalizzazione e fusione prevista dal Ministero
nell'anno scolastico 2011-2012, è ora confluito nell’I.I.S. GMCA (Gobetti Marchesini Casale Arduino) e ha sede
in un edificio ottocentesco, opera dell'architetto ingegnere Angelo
Reycend.
Il
palazzo era destinato ad accogliere le allieve dell'Istituto Nazionale per le
Figlie dei Militari, un ente di beneficenza costituito sotto il patronato di
Vittorio Emanuele II e di ventiquattro Dame sotto la Presidenza della Regina
Margherita; il convitto venne inaugurato il 13 settembre 1888 in
occasione delle nozze del principe Amedeo d'Aosta con la principessa Laetitia.
Si
trattava di una scuola - collegio che, come si ricava dai documenti dell'epoca,
comprendeva cinque classi delle elementari, un corso commerciale e uno
professionale. Insegnamenti comuni ai tre indirizzi erano le lezioni pratiche
di cucina e igiene domestica, di stiratura, di rammendatura, di taglio, di
orticultura floricultura, di assistenza ai malati, di soccorso nei casi
d'urgenza, di preparazione delle medicine di uso più comune. Vi erano inoltre
dei laboratori di maglia, cucito, sartoria, ricamo, fiori, moda e di busti.
In
tempi abbastanza recenti l'edificio è stato completamente ristrutturato per
accogliere l’Istituto Tecnico, nato nell'anno scolastico 1978/79 per fusione di
due succursali, rispettivamente la sezione ragionieri dell'ITCS
"Sella" e la sezione periti dell'allora "X Istituto", poi
"Aldo Moro".
Nell'anno
scolastico 2011-2012, in seguito alle disposizioni per la razionalizzazione
degli istituti scolastici, l'ITC Arduino si è fuso con l'ITC “Carlo Levi”
diventando ITSSE “LEVI-ARDUINO”.
Da
settembre 2016 l’ex ITC “Vera e Libera Arduino” è confluito nell’I.I.S.
“Gobetti Marchesini Casale” dando origine all’I.I.S. GMCA (Gobetti
Marchesini Casale Arduino).
All'Istituto
Tecnico Commerciale Arduino nell'anno scolastico 1999/2000 è stata ed è
tutt'oggi collegata la scuola ospedaliera che opera con le aziende
ospedaliere O.I.R.M. (Ospedale Infantile Regina Margherita), C.T.O. (Centro
Traumatologico Ospedaliero), e C.R.F. (Centro Riabilitativo Funzionale) e con
l’ospedale Molinette. L'erogazione di questo servizio scolastico è nato per
tutelare il diritto alla salute e allo studio dei cittadini di minore età,
affetti da gravi patologie.
L'istituto
è inoltre sede dell'U.T.S. per le Necessità Educative Speciali che
agisce per potenziare i servizi a favore del mondo dei disabili e degli allievi
in difficoltà ed è anche scuola polo per la rete delle scuole del Comune
di Torino e ospita
la sede del Centro Nuove Tecnologie e Disabilità di Torino e provincia.
Il nome della scuola
Il
nome della scuola è stato scelto per ricordare Vera e Libera, figlie di Gaspare
Arduino (Torino 29 aprile 1901 - 11 marzo 1945), stimato e noto operaio
delle Ferriere FIAT, sindacalista, antifascista ed esponente della Resistenza.
Le due sorelle lavoravano una alla Wamar e una alla Castagno, due fabbriche
torinesi, ma durante gli anni della Resistenza, avevano scelto di dare il loro
contributo alla lotta contro i fascisti: una faceva la staffetta, tenendo i
collegamenti con i partigiani in montagna, l'altra si occupava dell'assistenza
alle famiglie dei partigiani imprigionati o uccisi.
Libera
Arduino (Torino 13 settembre 1929 - 11 marzo 1945) faceva
parte della 20ª brigata cittadina delle S.A.P.
Vera
Arduino (Torino 15 gennaio 1926 - 11 marzo 1945) faceva
parte dei gruppi di Difesa femminili operanti in Barriera di Milano.
Scoperta
la loro attività, la sera dell'11 marzo 1945 elementi delle Brigate Nere
spacciandosi per partigiani prelevarono dalla loro abitazione, in via
Moncrivello 1 a Torino: Gaspare Arduino (padre), Vera Arduino (figlia), Libera
Arduino (figlia), Alberto Ellena (ospite) ed una coppia di vicini degli
Arduino: Rosa Ghizzone e Pierino Montarolo. Gli uomini vennero trucidati la
notte stessa nei pressi dell'abitazione, in Corso Belgio angolo via Lessolo,
(Alberto Ellena, seppur ferito riuscì a salvarsi) mentre Vera e Libera furono
trucidate nei pressi del canale delle Pellerina (Rosa Ghizzone riuscì a fuggire
gettandosi nel canale ma abortì il figlio che attendeva e morì nel maggio del 1945).
Queste
due ragazze avevano sedici e diciannove anni.
Nel
1979, quando si è trattato di decidere un nome per la scuola, si è voluto
scegliere non famose personalità, ma donne della nostra città che, nella loro
semplività e anonimato, avessero avuto un ruolo importante nella storia del
nostro paese, negli anni cruciali della costruzione delle libertà democratiche
e antifasciste. Chi volesse conoscere meglio la storia di queste due coraggiose
partigiane, può informarsi anche su Facebook dove potrà trovare un sito a loro
dedicato.
Nell'anno
scolastico 2010-2011, in occasione delle celebrazioni del 25 aprile, presso il
cinema Massimo si è tenuta una manifestazione in ricordo di Vera e Libera,
promossa dall'Istituto per la Resistenza e dall'A.M.P.I.: in quella occasione,
presenti la sorella di Vera e Libera e i parenti delle due ragazze, gli allievi
dell'Istituto hanno presentato uno studio ed una ricostruzione delle sentenze
emesse nei confronti degli aguzzini delle due partigiane.